Nell`antica roma, la famiglia rappresentava l`asse portante della società.
Essa era definita come l`insieme dei beni e delle persone soggette alla “potestas patria”. [Per Potestas patria, s`intende l`insieme dei poteri che i genitori hanno sui propri figli minorenni e non emancipati].
Tuto nell`antica Roma girava intorno all`istituzione della famiglia, che (a differenza dei giorni d`oggi) assumeva un carattere pubblico: infatti, sposarsi e creare una discendenza, era un obbligo ed una necessità sociale.
Tutto, nell`antica Roma, si compiva all`interno della famiglia: dalla procreazione alle attività economiche; dall`istruzione alle cerimonie religiose. Ed è proprio per questo che la famiglia fungeva da specchio alla struttura della società.
Il Pater familias aveva libero arbitrio su ogni decisione riguardante la famiglia. Egli aveva tutti i poteri (la potestas) sia sui beni che sulle persone che facevano parte della famiglia. Il Pater Familias, possiamo definirlo un tuttofare, il nucleo di ogni attività familiare educativo-economica. I figli avevano bisogno di educazione? Ecco che il Pater Familias interveniva; Egli compiva i sacrifici e dirigeva le cerimonie religiose, in onore delle divinità del focolare…
Nel caso in cui la moglie facesse la cattivella, e quindi avesse tradito il pater familias, ecco che quest`ultimo poteva ucciderla! SENZA dover subire un processo! Addirittura se alla fetentona della moglie gli veniva in mente di rubare una botte di vino, veniva ammazzata ugualmente (sempre dal pater familias) senza troppe pretese.
Il diritto romano prevedeva che,, in caso di adulterio, il matrimonio venuva annullato tramite divorzio (e vorrei vedere…chi starebbe ancora con una donna decapitata? ghgh).
Nel caso in cui, fosse stato l`uomo ad essere un adultero, sarebbe stato condannato NON perchè adultero della moglie, ma perchè aveva insidiato la donna di un altro uomo. Però, dobbiamo sapere che il pater familias poteva avere tranquillamente relazione extraconiugali con schiave e libere. Non sono rare le testimonianze che attestano la contemporanbea presenza di una moglie leggittima e di una concubina, non soltanto nella vita dei comuni cives, ma anche nell`ambito delle famiglie imperiali. Un caso degno di attenzione è rappresentato dalla concubina di Nerone, Atte. In questo caso si parla di concubinato (da cui concubine), ovvero una unione tra uomo e donna priva del vincolo legale del matrimonio, però fondata su una convivenza duratura.
Il pater familias poteva vendere i figli come schiavi, se lo avesse ritenuto necessario. Inoltre Egli aveva anche il potere di vita o di morte sui propri figli. Proprio i pargoli, uomini o donne, erano indifferentemente sottoposti all`autorità paterna; però le donne si sottraevano alla stessa nel momento in cui erano date in sposa. In quel caso si liberavano dell`autorità paterna, ma venivano consegnate all`autorità del marito.
Ovviamente, accanto al pater familias, c`era la mater familias, ovvero la donna che aveva il mertito (se non l`unico) di dare al marito dei figli leggittimi. Una donna diventava mater familias, al momento del matrimonio, dove la legge romana le concedeva la funzione di madre. La nomenclatura “mater familias” cambiava nel momento in questa metteva alla luce un figlio. Da quel momento, veniva chiamata “domina”.
Ma anche la mater familias aveva dei poteri, certamente non paragonabili a quelli del marito, ma, nel suo piccolo, poteva fare qualcosa (naturalmente si deve vedere il tutto come, concessioni del pater familias).
Essa, infatti, dirigeva il lavoro degli schiavi all`interno della casa ed il suo compito principale era quello di tessere la lana e di confezionare abiti per il marito, per sè e per ogni membro della famiglia. Soltanto in alcuni casi (raramente) ella poteva concedersi delle visite.
Tag: antica roma, diritto romano, mater familias, pater familias
Commenta: